Nuova via della seta – cosa aspettarsi per l’Italia?

Il Memorandum d’intesa firmato fra Italia e Cina il 23 marzo 2019 ha sancito l’adesione dell’Italia al progetto One Belt One Road annunciato dalla Cina nel 2013. Il progetto per la Cina risulta sicuramente molto interessante, non solo da un punto di vista economico ma anche politico. Per l’Italia risulta una opportunità molto importante, specialmente dal punto di vista economico considerando le varie sinergie e livelli di complementarietà che hanno i due paesi. Le intese risultano essere 29, sia di natura commerciale che istituzionale le quali vanno ad interessare tematiche molto rilevanti, come quelle sull’E-Commerce, Startup, Doppie imposizioni fiscali, Cooperazioni scientifiche, sanitarie e molte altre.

Premessa

BLa Bealt Road initiative (“BRI”) nota anche come “一带一路” o One belt one road (“OBOR”) è un’iniziativa strategica della Repubblica Popolare Cinese (“Cina”) per il miglioramento dei suoi collegamenti commerciali con i paesi nell’Eurasia, che nello specifico interessa le aree della Cina, Asia centrale, settentrionale, occidentale, i paesi e regioni lungo l’Oceano Indiano e il Mediterraneo.
Di seguito si illustra una mappa geografica riepilogativa delle aree coinvolte nel progetto:

Attraverso questo progetto molto ambizioso, la Cina mira quindi a promuovere il suo ruolo nelle relazioni commerciali globali, favorendo i flussi di investimenti internazionali e gli sbocchi commerciali per le produzioni cinesi, garantendo un sostegno di politiche economiche e rafforzando in particolare, la leadership della Cina nel commercio in Europa, da un lato, gli interessi di nuove prospettive di sviluppo degli Europei, dall’altro lato.

Il Memorandum Italia-Cina

Il giorno 23 marzo 2019, il Governo della Repubblica Italiana e il governo della Repubblica Popolare Cinese hanno siglato un “Memorandum d’intesa” (Il Memorandum d’Intesa non costituisce un accordo internazionale da cui possano derivare diritti ed obblighi di diritto internazionale) con il quale accolgono con favore la cooperazione tra i due governi nel quadro dell’iniziativa OBOR. Tale accordo permette al Governo italiano raggiunge un’intesa quadro volta a individuare scopi, principi e modalità di collaborazione nel grande progetto di connettività eurasiatica. Un progetto che l’Italia guarda con favore anche per la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo. Gli obiettivi principali che si pone l’Italia attraverso la sottoscrizione di questo Memorandum sono principalmente: il rafforzamento dell’export verso il mercato cinese, anche per allineare i nostri flussi commerciali e di investimenti diretti esteri a quelli di altri Paesi Europei quali la Germania, la Francia ed il Regno Unito, che sono nettamente superiori ai nostri; il coinvolgimento delle imprese italiane per la realizzazione di progetti infrastrutturali lungo la nuova via della Seta e l’inclusione dei porti nelle rotte del commercio internazionale. Più nel dettaglio, sono state sottoscritte tra Italia e Cina un totale di 29 intese, di cui 19 di natura istituzionale e 10 di natura commerciale. A livello commerciale, i settori interessati sono stati quello dei Trasporti, energia, siderurgico, finanziario e del credito e dei cantieri navali. Dall’accordo ufficiale le imprese italiane coinvolte risultano essere Cdp e Intesa Sanpaolo nel settore finanziario, nel settore navale Fincantieri con AdSP del Mar Ligure Occidentale, nell’energia con Ansaldo, Snam, Eni, in quello siderurgico con Danieli e infine l’Agenzia ICE con Suning.com per la promozione dell’”Italian Style”. Sul fronte cinese invece, risultano coinvolte Bank of China, il Silk Road Fund, UGTC, SEGT, BSG, Suning.com, China Communication Construction Company, China CAMC Engineering Co e il Governo Popolare della città di Qingdao. Per quanto riguarda gli accordi istituzionali invece, si evidenziano quelli stipulati sull’E-Commerce dove si punta a promuovere la cooperazione tra le imprese e i consumatori del commercio elettronico operanti in Italia e in Cina, facilitando la cooperazione tra le PMI e le grandi piattaforme di commercio elettronico, sulle Startup dove l’obiettivo è quello di favorire la cooperazione scientifica e tecnologica tra startup italiane e cinesi. Inoltre sono previste anche un’attività di promozione di parchi scientifici e tecnologici, cluster industriali e investimenti in venture capital che possano consentire alle start up innovative una prospettiva di crescita internazionale, attraverso lo scambio di conoscenze, di processi e di persone. Altro importante accordo è stato quello fiscale, con l’accordo di eliminare le doppie imposizioni firmato dal ministro dell’Economia Giovanni Tria e dal ministro degli Esteri Wang Yi; il protocollo sui requisiti fitosanitari per l’esportazione di agrumi freschi dall’Italia. Si passa poi agli accordi sui beni culturali e reperti archeologici, sulla collaborazione sanitaria, scientifica, sull’esplorazione spaziale, fino ai gemellaggi tra città di Italia e Cina.

Considerazioni finali

Per la Cina, il progetto BRI mira allo sviluppo di legami internazionali sia a livello diplomatico che economico, cercando di agire su varie tematiche quali l’assorbimento della sovraccapacità produttiva delle aziende locali e il mantenimento un’elevata percentuale di crescita del PIL e l’approvvigionamento di risorse. Il progetto One Belt One Road ha quindi la potenzialità di dare ulteriore stimolo all’economia Cinese, accompagnandola verso la crescita prospettata dal governo di Pechino e di supportare inoltre tutte le economie dei vari paesi coinvolti nel progetto. Per certi aspetti tale iniziativa può esser paragonata al Piano Marshall, sia sul piano economico e politico, ma allo stesso modo emergono moltissime differenze a livello strutturale e di potenziale outcome, tali da non poter definire un alto livello di comparabilità.
Per l’Italia, come anche affermato da vari ministri tra cui il ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria, lo stesso in una sua recente dichiarazione affermava che l’iniziativa della BRI contribuisce all’espansione dell’unità economica mondiale portando opportunità anche ai paesi del terzo mondo. L’antica via della seta ha portato prosperità alle civiltà antiche e oggi la nuova via della seta economica, avrà un enorme influenza sull’andamento dell’economia mondiale. I 29 accordi siglati nonché il passo storico che ha fatto l’Italia come primo paese G7 ad aver aderito alla via della seta, hanno dato un buon esempio alle imprese dei due paesi e costruito una base solida per cooperazioni approfondite.
L’accordo fra Italia e Cina ha creato malumori fra gli alleati occidentali, come USA e Francia, ma tale circostanza non deve oscurare i vantaggi e le opportunità che può far nascere l’intesa fra l’Italia e la Cina, non solo a livello macroeconomico ma anche per le singole imprese e professionisti.