Tutto è iniziato verso la fine dell’anno 2018 con l’arresto in Canada di Mèng Wǎn Zhōu, CFO del gruppo Huawei nonchè la figlia del fondatore Rén Zhèng Fēi, la quale è stata accusata per:
1) violazione dei divieti imposti dal governo Trump nei confronti di Iran, 2)spionaggio dei dati sensibili per il governo cinese. Ciò ha portato il presidente americano ad opporsi alla costruzione della rete 5G (la tecnologia cinese è tra le migliori del mercato in termini di rapporto qualità prezzo) negli Usa, addiritura sono stati implementati severissimi provvedimenti contro Huawei per motivi di sicurezza nazionale a tutela delle reti di comunicazione. Di recente è stato firmato un’ordine esecutivo apposito sulla “sicurezza delle infrastrutture di comunicazione” americane che dà il potere al presidente di intervenire in caso di “emergenza nazionale” sul controllo dei rapporti commerciali. Poco dopo l’azienda cinese Huawei assieme alle 70 filiari sono finite sulla cosidetta Entity List che prevede dure “punizioni” consistenti in: sospensione di accordi di forniture da parte delle giganti americane come Intel, Qualcomm, Xilinx e Broadcom (secondo Bloomberg); Intel è il maggiore fornitore dei processori per il server Huawei, Qualcomm è il maggiore fornitore di processori e modem per gli smarphone Huawei,sospensione degli aggiornamenti del sistema operativo Android nonchè di fornitura software Google (divieto di accesso a tutte applicazioni di Google: Google maps, Google play store, Youtube…) su tutti i nuovi dispositivi del colosso di Shēnzhèn, divieto di vendita dei prodotti Huawei agli operatori di telecom americani. Nei giorni scorsi il colosso di ShēnZhèn ha sferrato un suo primo contrattacco dinanzi alle costanti accuse (negate tra l’altro da Huawei)da parte del governo Trump, consistente nel ricorso alla giustizia costituzionale americana per le ingiustizie subite fino ad ora.
Guerra commerciale Cina-Usa – Huawei come strumento di ricatto?
Il presidente americano nel frattempo ha consentito una licenza temporanea ai possessori dei dispositivi cinesi la cui permetterà a questi ultimi di ricevere ancora aggiornamenti. La licenza scadrà ad agosto dell’anno corrente e intanto la tensione commerciale tra Cina e Usa continua a salire ; dopo che il presidente americano ha imposto dazi nonchè limitazioni sulle merci provenienti dal paese di confucio. Si presume dunque che Donald Trump fosse intenzionato a far cedere su alcune posizioni commerciali alla Cina mettendo di mezzo la compagnia di Rén, ma il governo cinese non mostra alcuna intenzione nel cedere. Il 31/05/2019 la Casa Bianca continua a pressare sulla compagnia cinese tramite questa volta il ricatto nei confronti dell’Inghilterra: se non si interrompe definitivamente il rapporto con Huawei, la cooperazione tra UK e USA nell’ambito dell’intelligence potrebbe essere messa a rischio. In risposta a ciò, i suoi alleati britannici hanno dichiarato di escludere l’utilizzo della tecnologia 5G cinese dai vari settori “core”, ma hanno altrettanto affermato di voler includere l’implementazione della tecnologia nei settori “no core”. In Cina, il colosso del Dragone nel frattempo è costretto a sospendere cooperazioni con i suoi collaboratori americani del dipartimento R&D a Shenzhen, in risposta a questa forma di protezionismo americano alla Trump .
L’Italia come reagirà?
Il messaggio di Trump è chiaro, chi installerà i dispositivi cinesi per la quinta generazione sul proprio territorio dovrà poi fare i conti con lui; il primo ministro italiano Giuseppe Conte in una sua recente visita presso Pechino ha palesato le sue posizioni sul tema della sicurezza nazionale, affermando che la tecnologia di Huawei è indispensabile per la crescita sociale economica in Italia, aggiungendo inoltre che il rispetto della sicurezza nazionale deve rappresentare un impegno da parte di tutti gli stati e non solamente dei cinesi. Nei mesi passati il leader del movimento cinque stelle Luigi di Maio ha assicurato al suo alleato americano che tutte le decisioni prese inerenti alla rete 5G del colosso cinese dovranno essere sottoposte alle verifiche prima che vengano implementate, infatti è stato approvato il “golden power” dal capo di stato, ossia i poteri che vengono conferiti allo stato italiano nell’intervento per la tutela dei suoi asset strategici . È stato inoltre attivato a seguire il Centro di Valutazione e di Certificazione Nazionale (CVCN) per la sorveglianza sulla sicurezza nazionale.
Considerazioni/Riflessioni personali
1) Può davvero una compagnia cinese rappresentare una minaccia di tale livello nei confonti dell’occidente o rappresenta invece solamente un’opportunità che Trump utilizza per i suoi fini politici?
2) I paesi europei saranno veramente disposti a escludere totalmente questa alta tecnologia sotto il ricatto americano?
3) Anche se l’ipotesi sullo spionaggio fosse vero, e che in futuro diventerà la Cina diventi il paese con tecnologie più potenti del mondo, ma potrà mai essere così pericolosa da rappresentare una minaccia nei confronti dell’umanità? Tra l’altro 1/6/2017 il presidente americano Donald Trump ha ufficialmente dichiarato che l’America si ritira dai Trattati di Parigi sulle questioni del cambiamento climatico, mentre la Cina continua a dare il suo costante supporto.